Il ministro ha cercato di fare chiarezza rispondendo ai principali attacchi dei detrattori
Il ministro ha cercato di fare chiarezza rispondendo ai principali attacchi dei detrattori - © Masaf
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di Redazione

Modifiche 157, Lollobrigida replica: «Non sarà il Far West»

In una lunga intervista al Secolo d’Italia, il ministro dell’Agricoltura ha risposto alle accuse sulla revisione della 157

Da un paio di settimane tiene banco un’imponente campagna mediatica contro la revisione della legge nazionale sulla protezione della fauna selvatica e sul prelievo venatorio, la l. 157/92, annunciata dal ministro Francesco Lollobrigida. Ovviamente, come spesso accade nel nostro Paese, il dibattito, tutt’altro che misurato e oggettivo, è avvelenato da chi vuole usare la modifica della norma come terreno di scontro politico e ideologico per colpire il Governo e l’attività venatoria stessa. In una lunga e dettagliata intervista rilasciata al Secolo d’Italia, il ministro ha quindi cercato di fare chiarezza rispondendo ai principali attacchi dei detrattori.

In merito alle accuse maggiormente sensazionalistiche, caccia in spiaggia, aumento indiscriminato delle zone cacciabili e “deregulation” sui richiami vivi, Lollobrigida ha affermato che i detrattori parlano «senza cognizione di causa, raggirando di fatto i cittadini». Il ministro ha poi ribadito la necessità di mettere mano al testo «perché oggi la legge non è più in grado di rispondere interamente alle esigenze per cui fu pensata». «L’intervento – ha poi assicurato – sarà equilibrato e in Italia ovviamente non ci sarà mai alcun Far West. Il tema è molto sensibile e il Parlamento ascolterà tutti le parti in causa. Ma chi governa ha il dovere di fare anche cose difficili nell’interesse di tutti».

Nel corso dell’intervista Lollobrigida ha inoltre spiegato come nasce la proposta a cui sta lavorando, ribadendo che, pur essendo l’attività venatoria un tema delicato sul quale intervenire, sia necessario evitare le ipocrisie e illustrando le principali necessità. L’adozione di criteri scientifici per la gestione faunistica di alcune specie che impattano su altre, l’inserimento di strumenti in grado di rispondere prontamente ai problemi sanitari e di pubblica incolumità legati alla presenza della fauna selvatica e dare risposta al mondo agricolo e a quello produttivo.

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