
di Matteo Brogi
Il Carlo Caldesi Award celebra il prelievo etico di un bukharan markor
Safari Club International - Italian chapter ha insignito Shafa Barzani del Carlo Caldesi Award, premiando un interprete dei principi della caccia etica e sostenibile
Lo scorso fine settimana (6/8 giugno 2025) si è svolta la 38° convention del Safari Club International - Italian chapter. In occasione dell’evento, l’assemblea dei soci ha votato il nuovo Consiglio direttivo, confermando Tiziano Terzi alla presidenza e Luca Gaeti vice.
Sono stati inoltre premiati il miglior trofeo dell’anno (Trofeo Beretta holding overall 2025, Renato Ballabio con un siberian ibex), il Miglior trofeo italiano (Andrea Schneck, con un alpine chamois) e il vincitore del Circuito miglior tiratore (Vittorio Taveggia).
Nel corso della cena di gala del sabato sera, inoltre, è stato assegnato il Carlo Caldesi Award 2025 by Holland & Holland che celebra - nel ricordo di Carlo Caldesi, tra i fondatori dell’Italian chapter e suo primo presidente - il miglior trofeo di caccia grossa, in termini di difficoltà della caccia, rarità e qualità del trofeo, ottenuto da un socio attivo del Safari Club International. Quest’anno, vincitore dell’ambito riconoscimento è risultato Shafa Barzani, supervisore generale della Confederazione della diaspora curda, che si è imposto con un bukharan markor (Capra falconeri heptneri) prelevato in Tajikistan (outfitter Karakul Sokhibkulov).
Uomo dalle spiccate capacità comunicative, Barzani ha pronunciato un discorso che ben rappresenta lo spirito del Safari Club International e una visione sostenibile della caccia. Ne riportiamo alcuni stralci:
«Questo riconoscimento» ha dichiarato, «non rappresenta soltanto un traguardo personale. È il simbolo di qualcosa di molto più grande: un impegno condiviso verso i principi della caccia etica, della conservazione e del rispetto per la natura. Questi sono valori che custodisco nel profondo.
Nella nostra tradizione proteggere l’ambiente non è una scelta ma è un dovere sacro trasmesso di generazione in generazione; crediamo nella salvaguardia delle nostre montagne, dei nostri fiumi e della nostra fauna con la stessa cura e lo stesso rispetto con cui abbiamo preservato la nostra lingua, le nostre tradizioni e la nostra dignità.
Da bambino mi è stato insegnato a rispettare ogni albero, ogni ruscello, ogni creatura vivente, non come oggetti da possedere ma come compagni di un equilibrio delicato. Quell’educazione non proveniva solo dai libri ma dalla tradizione, dall’esempio dei miei antenati e dai valori profondamente radicati del popolo curdo, fondati sull’armonia con la natura».
Dopo questo esordio, Shafa Barzani si è rivolto direttamente alla dirigenza e ai soci del sodalizio: «Cari amici, signore e signori, il compianto Carlo Caldesi, al cui nome è dedicato questo premio, comprendeva a fondo questo equilibrio. La sua eredità costruita su una vita dedicata all’esplorazione e alla caccia etica riflette esattamente gli ideali che mi hanno formato. Nella sua vita vedo lo specchio di ciò cui aspiriamo: essere parte della natura selvaggia, non dominarla.
Voglio anche sottolineare che la caccia al trofeo svolge un ruolo significativo nella conservazione della fauna selvatica. È una delle principali fonti di sostegno finanziario per la protezione delle specie animali e la regolazione delle popolazioni. Attraverso la caccia possiamo non solo preservare la natura ma anche garantire che le popolazioni animali rimangano sane e il loro prelievo sostenibile.
Questo premio mi sprona a continuare e a migliorare. Spero che la mia storia possa ispirare altri a inseguire le proprie passioni».
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