Secondo la Lav il documento «rappresenta una vera e propria dichiarazione di guerra e una gestione della fauna selvatica sempre più scellerata»
Secondo la Lav il documento «rappresenta una vera e propria dichiarazione di guerra e una gestione della fauna selvatica sempre più scellerata» - © Jerzystrzelecki
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La Lav si scaglia contro il piano di eradicazione della Psa nel Lazio

Sono parole dure quelle contenute nel comuincato stampa della Lav di Roma in merito al "Piano regionale per l'eradicazione della peste suina africana" recentemente approvato dalla Regione Lazio. Nonostante la gravità del problema sia ormai chiara a tutti i soggetti coinvolti e anche a buona parte dell'opinione pubblica, l'associazione animalista non perde occasione per definire l'atto come "deregulation venatoria" e si dice pronta a dar battaglia legale.

Secondo la Lav il documento «rappresenta una vera e propria dichiarazione di guerra e una gestione della fauna selvatica sempre più scellerata» sostenendo che «il massacro degli animali non avrà alcuna influenza sul contenimento della PSA». L'associazione arriva addirittura a definire "presunto" il problema della sovrappopolazione dei cinghiali nella regione e ad affermare che la lotta alla peste suina sia solo un pretesto per abbattere i cinghiali.

Un'altra grave colpa della Giunta sarebbe poi voler risolvere il problema ancora una volta «coinvolgendo i cacciatori, lasciando libero ricorso alle fucilazioni, sparando dalle auto di notte con speciali carabine a infrarossi». Al posto di quanto approvato, la Lav propone soluzioni alternative. Per l'associazione la raccolta sistematica dei rifiuti e la pulizia delle strade, la raccolta differenziata, la sensibilizzazione dei cittadini circa il divieto di dar da mangiare agli animali, insieme ad alcune basilari norme igienico comportamenti sarebbero sufficienti a risolvere il problema.

Insomma, anche in questa occasione il mondo animalista antepone l'ideologia al buonsenso dimostrandosi nuovamente un interlocutore inaffidabile.

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