Le modifiche sono inerenti ad una specifica forma di caccia, quella da appostamento
Le modifiche sono inerenti ad una specifica forma di caccia, quella da appostamento - © Estormiz
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di Redazione

Cambia la legge regionale lombarda

Il Consiglio regionale lombardo ha nuovamente modificato la l.r. 26/1993; ancora una volta le modifiche riguardano la caccia da appostamento

Sono state approvate martedì 31 ottobre le modifiche alla legge regionale sull'attività venatoria. Le proposte erano contenute in cinque emendamenti alla legge di revisione normativa ordinamentale 2023 depositati dai consiglieri Massardi e Bravo. Ancora una volta le modifiche sono inerenti ad una specifica forma di caccia, quella da appostamento, che in Lombardia è praticata da un gran numero di appassionati, in particolare nelle province di Brescia e Bergamo.

Si tratta per lo più di modifiche mirate a diminuire la discrezionalità interpretativa di chi è chiamato ad applicare la norma in caso di controllo e di alcune previsioni in materia di autorizzazioni e prescrizioni per i titolari di appostamento fisso. Ad esempio, una delle modifiche prevede che l'obbligo di screening di incidenza relativo alle zone Natura2000 sia valido solo per gli appostamenti ricompresi in tali aree e nel raggio di 100 metri e solo per i nuovi capanni e non per quelli già autorizzati. Grazie alle modifiche i cacciatori lombardi potranno ora recuperare la selvaggina ferita da appostamento fisso anche con l'ausilio del fucile entro un raggio di 200 metri dal capanno o per l'intera estensione dello specchio d'acqua nel caso di appostamento agli acquatici. Inoltre, si è nuovamente messa mano anche alla normativa riguardante gli anellini dei richiami vivi, argomento oggetto di svariate contestazioni e che tiene banco ormai da anni.

«Il risultato ottenuto, dopo serrati confronti, limature, aggiustamenti e rinunce ad altri emendamenti, ha prodotto un risultato certamente notevole» ha commentato il presidente regionale Fidc Lorenzo Bertacchi.
«Si auspica però che il Tavolo Interprovinciale, o meglio Regionale, - ha proseguito Bertacchi - diventi un momento di confronto preventivo delle proposte di modifica in materia venatoria utile a produrre proposte che tengano conto di tutte le esigenze territoriali e delle conseguenze di talune scelte lessicali nella predisposizione dei testi normativi e che dedichi pari attenzione a tutte le forme di caccia».

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