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Nei Grigioni si abbatteranno 634 stambecchi. E in Italia?

Mentre in Italia si discute, senza successo, del possibile inserimento della specie nell'elenco di quelle cacciabili, nei Grigioni, in Svizzera, saranno prelevati 634 stambecchi

Nonostante la specie a inizio '900 sia stata a un passo dalla scomparsa, oggi il numero di stambecchi sull'arco alpino è in costante aumento. A distanza di un secolo, proprio grazie all'attività venatoria in un primo momento e ai progetti di reintroduzione in un secondo, lo stambecco è tornato a colonizzare la più importante catena montuosa europea raggiungendo densità "interessanti".

In un simile contesto può quindi trovare spazio anche il prelievo venatorio. Anzi, in alcune realtà come quella svizzera, il prelievo venatorio è una necessità. «È molto importante regolare gli effettivi di stambecco attraverso la caccia - ha affermato Lukas Walser, il capo della Sezione selvaggina e caccia presso l'Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni. Se gli effettivi sono troppo elevati, gli animali hanno più probabilità di ammalarsi oppure scacciano altre specie dagli spazi vitali più adatti, com'è il caso del camoscio». Per questo nella prossima stagione saranno prelevati ben 634 capi nel solo Cantone.

In Italia invece, dove i numeri e le densità della specie sono ancora maggiori, fatta eccezione per la provincia autonoma di Bolzano, lo stambecco resta non prelevabile nonostante qualche tentativo, finora naufragato, di inserimento nell'elenco delle specie cacciabili. Si tratta di un'anomalia tipicamente italiana, dove lo status delle popolazioni e il loro livello di conservazione diventano evidenza scientifica della necessità di interdire la caccia a quella specie, ma dove gli stessi principi non permettono mai di sancirne la possibilità di prelievo sostenibile.

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