Dall'inizio dell'anno sono già più di 800 i cacciatori coinvolti
Dall'inizio dell'anno sono già più di 800 i cacciatori coinvolti - © Fondazione UNA
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Dati alla mano i cacciatori sono i paladini del territorio

Operazione Paladini del Territorio è giunta alla sua quarta edizione: quattro anni in cui i numeri delle attività e delle persone coinvolte sono cresciuti esponenzialmente e continuano a crescere

Lo scorso 22 aprile Fondazione UNA – Uomo, Natura, Ambiente – ha presentato, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, i primi risultati della quarta edizione di Operazione Paladini del Territorio. Il progetto, nato nel 2022, è pensato per mostrare l’impatto positivo che l’operato dei cacciatori ha sul territorio e sull’ambiente. Da questa edizione, inoltre, il format si è ulteriormente evoluto con l’introduzione dello sportello Paladini del Territorio che per la prima volta ha messo in contatto diretto i volontari con le comunità locali.

Secondo i dati presentati da UNA, nei primi mesi del 2025 sono già più di 800 le persone coinvolte nelle iniziative collegate al progetto. Tra queste figurano le attività di sensibilizzazione, la ricostruzione e manutenzione di sentieri pedonali montani e la pulizia delle aree verdi. Nel corso di quest’ultima attività sono stati raccolti oltre 1.200 sacchi, per un totale di 9.000 kg di rifiuti e oltre 27.000 ore dedicate.

«Operazione Paladini del Territorio è giunta alla sua quarta edizione: quattro anni in cui i numeri delle attività e delle persone coinvolte sono cresciuti esponenzialmente e continuano a crescere. Un dato, questo, che evidenzia come il cacciatore svolga un ruolo sociale fondamentale nella difesa dell’ambiente, del territorio e delle persone che lo abitano - ha commentato Maurizio Zipponi, presidente di Fondazione UNA. L’introduzione dello sportello Paladini del Territorio rappresenta un ulteriore passo avanti della nostra missione, creando un canale diretto tra i cittadini e i volontari. Questo nuovo strumento ci permetterà di rispondere più efficacemente alle esigenze delle comunità locali e di rafforzare il legame tra il territorio e chi lo protegge quotidianamente, ascoltando e sapendo adattarci anche alle nuove esigenze e sensibilità del mondo venatorio».

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