Pubblicato il in Armi e accessori
di Matteo Brogi

Beretta BRX1, straight-pull all'italiana

Ci sono voluti almeno sei anni perché Beretta concretizzasse il progetto della sua prima carabina da caccia prodotta con dinamiche industriali. Il team di sviluppo ha prodotto numerosi prototipi che sono stati sottoposti a tutti i possibili test di resistenza per arrivare alla realizzazione di un'arma che fosse aderente allo stile Beretta e non banale

Beretta - in quanto holding - detiene brand del calibro di Benelli, Chapuis, Franchi, Sako e Tikka, realtà già attive con una propria offerta nel settore della canna rigata. Il nuovo progetto doveva essere maneggevole, preciso, sicuro e facile da utilizzare e manutenere. In più doveva essere prodotto con le logiche di un'azienda abituata alla produzione su larga scale così da essere caratterizzato da un prezzo che Carlo Ferlito, direttore generale di Fabbrica d'Armi Pietro Beretta, voleva"dirompente". Un progetto dalle mille difficoltà, quindi, che fosse in grado di garantire la miglior gestione delle materie prime, il pieno sfruttamento della manodopera, l'eliminazione degli aggiustaggi manuali, la piena compatibilità e intercambiabilità dei componenti. Il risultato si nasconde dietro alla sigla BRX1.

Beretta BRX1
Beretta BRX1 - © Beretta Media

In primis la sicurezza

Il complesso travaglio intellettuale che ha partorito la BRX1 ha portato a scegliere il sistema di funzionamento che, in questo periodo, è quello che più attrae produttori e cacciatori. Fino a pochi anni fa Cenerentola del comparto armiero, l'armamento lineare gode oggi di seguito e reputazione. Ma, come ha dichiaratoi lo stesso Ferlito, «che la prima arma da caccia Beretta sia una carabina straight-pull non è particolarmente significativo. La nostra strategia è stata di fare una carabina Beretta e l'intenzione di andare a prendere un cacciatore attento a certi valori con un posizionamento di prezzo coerente con il nostro brand. Non abbiamo voluto fare qualcosa già pensato da altri che costasse di meno, piuttosto perseguire un progetto ambizioso ma raggiungibile, alla portata di tutti. Sfruttando i nostri punti di forza, il nostro know how concettuale e tecnologico». Queste poche parole, raccolte in occasione dell'arma a Gardone Valtrompia, riassumono perfettamente tutto quello che scriverò a seguire.

Il lancio della BRX1 è un momento storico anche per un produttore dalla lunga storia. Ha richiesto un evento di presentazione che sarà sicuramente ricordato negli anni. In questa immagine sono presenti alcune delle menti della squadra che hanno portato alla nascita della prima carabina da caccia del produttore gardonese. In questa immagine, da sinistra: Carlo Ferlito, Carlo Gussalli Beretta, Franco Gussalli Beretta, presidente e amministratore delegato di Fabbrica d'Armi, Daniele Piva e Marco Bassoli
Il lancio della BRX1 è un momento storico anche per un produttore dalla lunga storia. Ha richiesto un evento di presentazione che sarà sicuramente ricordato negli anni. In questa immagine sono presenti alcune delle menti della squadra che hanno portato alla nascita della prima carabina da caccia del produttore gardonese. In questa immagine, da sinistra: Carlo Ferlito, Carlo Gussalli Beretta, Franco Gussalli Beretta, presidente e amministratore delegato di Fabbrica d'Armi, Daniele Piva e Marco Bassoli - © Beretta Media

Per vincere alcuni pregiudizi nei confronti dell'armamento lineare, tutto il processo di sviluppo (in particolare relativamente al sistema di chiusura e allo scatto) è stato seguito da simulazioni e di prototipazione così da simulare un'enorme variabilità di parametri. È la base della filosofia del robust design che sta alla base della progettazione Beretta. Solo successivamente si è passati alla fase sperimentale che non si è limitata al rispetto dei già severi standard Cip ma si è confrontata con i parametri imposti dai requisiti Nato per le armi militari. La fase preliminare ha impegnato 165 carabine che sono state impegnate da 35 persone per un totale di 30 test di valutazione nel calibro più prestante attualmente disponibile, il .300 WM.

A cuore aperto

Il meccanismo di chiusura e ripetizione si basa su un otturatore a testina rotante di chiara ispirazione militare. Porta otto tenoni radiali che, nei calibri magnum, diventano 16.

A confronto: la testina standard a 8 alette e quella a 16 pensata per i calibri magnum (attualmente il solo .300 WM)
A confronto: la testina standard a 8 alette e quella a 16 pensata per i calibri magnum (attualmente il solo .300 WM) - © Matteo Brogi

L'otturatore stesso è contenuto in un porta-otturatore in alluminio dalla fattura molto complessa - un capolavoro per chi ami le lavorazioni meccaniche - che richiede addirittura 86 minuti di lavorazione nei moderni centri di controllo numerico dedicati a quest'arma. Il sistema aperto che caratterizza la BRX1 ha permesso di configurarla in maniera realmente ambidestra: la leva è ambidestra così come ambidestra è l'espulsione del bossolo; è infatti possibile ruotare di 180 gradi la faccia dell'otturatore spostando, quindi, la posizione relativa di estrattore ed espulsore. La leva è inoltre in corrispondenza del grilletto così da velocizzare i tempi di ripetizione del colpo.

La testina dell'otturatore, in chiaro, porta estrattore ed espulsore. Può essere ruotata di 180° così da invertire anche l'espulsione del bossolo nel caso l'arma venga utilizzata da un cacciatore mancino. Anche la manetta può essere spostata da destra a sinistra
La testina dell'otturatore, in chiaro, porta estrattore ed espulsore. Può essere ruotata di 180° così da invertire anche l'espulsione del bossolo nel caso l'arma venga utilizzata da un cacciatore mancino. Anche la manetta può essere spostata da destra a sinistra - © Matteo Brogi

Lo scatto diretto è removibile e comanda non direttamente il percussore ma un cane tradizionale; un selettore posto sulla sua scatola esterna permette di impostare uno dei tre pesi di sgancio selezionati (approssimativamente 950 - 1.200 - 1.450 grammi).

Il pacchetto di scatto è contenuto in una struttura in polimero; un cursore, facilmente azionabile a mano, consente di variare tra tre pesi di sgancio pre-impostati in fabbrica
Il pacchetto di scatto è contenuto in una struttura in polimero; un cursore, facilmente azionabile a mano, consente di variare tra tre pesi di sgancio pre-impostati in fabbrica - © Matteo Brogi

La sicurezza del sistema è fornita da una sicura manuale a tre posizioni azionabile dal pollice. In posizione di blocco il cane è completamente disconnesso dal meccanismo di scatto.

Il cursore della sicura presenta tre posizioni. Collocato centralmente, si presta alla configurazione perfettamente ambidestra dell'arma
Il cursore della sicura presenta tre posizioni. Collocato centralmente, si presta alla configurazione perfettamente ambidestra dell'arma - © Matteo Brogi

La canna è forgiata in azienda e successivamente rifinita per rotomartellatura, processo che produce in un unico passaggio rigatura e camera di cartuccia. Il diametro è di 16 millimetri e non manca la volata filettata per il montaggio del freno di bocca o di altri accessori. Quanto ai calibri, al lancio sono previsti i più comuni .30" (.308 Winchester, .30-06 Springfield e .300 Winchester Magnum) che garantiscono la medesima impostazione con passo di rigatura 1:11". Nel calibro maggiore si è adottata una canna da 620 mm mentre nei due più comuni si può scegliere tra la versione da 570 mm dell'arma in test e quella da 510 mm; la canna è intercambiabile, al punto che la BRX1 può essere definita come un'arma take-down. È già previsto l'allargamento dell'assortimento.

L'accoppiamento tra l'azione e la calciatura è garantito da una lunga zona di contatto e un tassello in acciaio
L'accoppiamento tra l'azione e la calciatura è garantito da una lunga zona di contatto e un tassello in acciaio - © Matteo Brogi

La precisione è garantita nel Moa. L'azione porta una slitta Picatinny negli allestimenti senza mire metalliche, quelle con tacca e mirino sono munite di un attacco a sgancio rapido dedicato (Beretta quick detachable), disponibile come opzione per tutte le configurazioni così come la slitta Tikka da 17 mm, che qualcuno potrebbe preferire per familiarità con altri sistemi. Sul porta-otturatore è presente un'unghia che va a impegnare la parte posteriore della slitta; un accorgimento che ne incrementa la rigidità quando siano impiegate ottiche lunghe e pesanti.

Materiali compositi

La carabina Beretta fa ampio uso di materiali compositi, a partire dalla calciatura che è realizzata in polimero e presenta un'ergonomia studiata fin nei minimi dettagli dall'interazione tra quattro differenti gruppi di lavoro. Offre una discreta modularità in quanto è sostituibile l'impugnatura a pistola e l'impiego da 12,5 o 25 mm permette la variazione della lop tra 350 e 390 mm. Lo smorzamento del rinculo è affidato a un calciolo Extralight.

Tra le caratteristiche che conferiscono modularità al sistema spicca l'impugnatura a pistola intercambiabile
Tra le caratteristiche che conferiscono modularità al sistema spicca l'impugnatura a pistola intercambiabile - © Matteo Brogi

L'accoppiamento con la canna prevede una lunga area di contatto che garantisce comunque un'architettura a canna flottante, mentre l'azione è bloccata da un tassello d'acciaio e da due viti. In composito è pure il caricatore, a filo con l'astina così da esaltare le linee filanti dell'arma; può ospitare fino a cinque colpi in tutti i calibri ed è in arancio fluo per essere individuato quando innestato e quando, magari, lasciato nello zaino. Per lo sgancio si devono azionare due bottoni simmetrici da premere congiuntamente; una garanzia con il distacco accidentale del componente. Tre le misiure disponibili, in grado di alloggiare le cartucce nei tre calibri finora disponibili: A (.300 WM), B (.30-06 S) e C (.308 W).

Tra le caratteriristiche della carabina Beretta va menzionato il caricatore bifilare di colore arancione fluo, un dispositivo che contribuisce alla complessiva sicurezza di tutto il sistema
Tra le caratteriristiche della carabina Beretta va menzionato il caricatore bifilare di colore arancione fluo, un dispositivo che contribuisce alla complessiva sicurezza di tutto il sistema - © Matteo Brogi

Per le finiture, Beretta ha optato per una classica brunitura per i componenti in acciaio, fosfatazione per alcuni componenti interni, ossidazione dura per l'azione.

In poligono e a caccia

Abbiamo portato la BRX1 a caccia apprezzandone le doti di sicurezza e un bilanciamento eccellente, che garantisce anche un agevole tiro d'imbracciata, senza appoggio
Abbiamo portato la BRX1 a caccia apprezzandone le doti di sicurezza e un bilanciamento eccellente, che garantisce anche un agevole tiro d'imbracciata, senza appoggio - © Matteo Brogi

Ho eseguito una doppia sessione di test. La prima, in occasione del lancio dell'arma; la seconda a caccia. La rosata riprodotta da 7 mm l'ho ottenuta sparando in appoggio a 100 metri con il calibro .300 WM. Successivamente ho testato una BRX1 presso l'Aatv Cavaglià, in Piemonte, con l'arma in .30-06 S in assegnazione al product manager Ricardo Olivieri; nonostante si trattasse di un'arma con alle spalle svariate centinaia di colpi, non ha affatto sfigurato nonostante abbia manifestato, in termini di precisione, un rendimento lievemente inferiore rispetto al .300 WM. A caccia ho invece prelevato un cinghiale di 75 chilogrammi all'imbrunire, a 51 metri. Il corretto piazzamento del colpo ha permesso che cadesse, come si dice, sull'ombra.

A questi dati oggettivi sulla funzionalità dell'arma, estremamente positivi, aggiungo che ne ho molto apprezzato il bilanciamento, che risulta corretto con la parte preponderante della massa che cade tra le mani dell'utilizzatore; in questo modo il rilevamento causato dal rinculo è contenuto anche sparando d'imbracciata. Molto elevata mi è parsa la sicurezza del sistema: gli stress test cui è stata sottoposta in fase progettuale sono un bonus importante che gratifica la sicurezza psicologica dell'utilizzatore. Nonostante l'immensa cura riversata nel prodotto, a pochi giorni dalla sua distribuzione si è verificato, in un esemplare venduto in Spagna, un difetto di funzionamento potenzialmente pericoloso per la sicurezza. Con l'attenzione che contraddistingue il marchio, Beretta non ha esitato a darne notizia su tutti i canali richiamando le armi già vendute, apportando così una modifica che ha reso il sistema a prova di qualsiasi uso.

La BRX1 viene venduta in una confezione di cartone che ha permesso all'azienda di ridurre in maniera considerevole l'impiego delle materie plastiche. Tre codici a barre stampati sulla confezione portano a scaricare la rosata dell'arma, il libretto di uso e manutenzione e il certificato di garanzia. La scelta del cartone, materiale riciclabile, denota un'attenzione alla sostenibilità e al rispetto per l'ambiente che meritano un plauso.

Tratto dall'articolo pubblicato su Caccia Magazine, dicembre 2021.

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