La cesena (Turdus pilaris) è un turdide oggetto di caccia, molto apprezzato anche sotto l'aspetto gastronomico
La cesena (Turdus pilaris) è un turdide oggetto di caccia, molto apprezzato anche sotto l'aspetto gastronomico - © MPF
Pubblicato il in Caccia responsabile
di Diana & Wilde

I segreti della caccia alla piccola migratoria

Anche nell'attività venatoria, la capacità di "leggere" al volo le situazioni e di sfruttarle a proprio favore è un fattore determinante per la buona riuscita dell'azione di chi la pratica

di Lorenzo Baldi

Chi, come me, è anche un pescatore sa che chi è capace di leggere l'acqua e di immaginarsi quello che sta succedendo sotto la superficie ha un vantaggio enorme sugli altri colleghi, che può sfruttare cercando di ottimizzare la sua azione nei vari momenti della giornata. Questa capacità esiste anche tra i cacciatori e spesso è innata. Chi ne è dotato è sicuramente avvantaggiato, ma è comunque possibile per tutti cercare di affinarla tenendo a mente alcune precise regole. La caccia, specie quella alla fauna migratoria, è un insieme di tanti piccoli particolari (brevi momenti temporali, condizioni meteo, presenza di pasture eccetera) che da soli o insieme determinano lo scenario in cui andremo a praticare la nostra attività e i risultati che potremo ottenere.

Nelle giornate di forte vento i colombacci volano a quote basse e chi conosce bene il territorio e sa da dove passano, può regalarsi una battuta da libro dei ricordi
Nelle giornate di forte vento i colombacci volano a quote basse e chi conosce bene il territorio e sa da dove passano, può regalarsi una battuta da libro dei ricordi - © Lorenzo Baldi

L'alba

All'alba inizia la nostra giornata di caccia e, spesso, il buongiorno si vede dal mattino. Cacciando selvaggina migratoria, avremo la possibilità di sfruttare lo spollo di tordi, merli, sasselli e cesene che dai luoghi di appollo serale si alzano in volo per recarsi sulle pasture e, successivamente, attendere i colombacci, che iniziano a spostarsi con un po' di ritardo rispetto ai turdidi. Altrimenti potremo appostarci nelle immediate vicinanze delle pasture notturne o sulle linee di rientro verso i ricoveri diurni di germani e alzavole.

Una meravigliosa alba di ottobre, in attesa dello spollo e di sapere che giornata di passo sarà
Una meravigliosa alba di ottobre, in attesa dello spollo e di sapere che giornata di passo sarà - © Lorenzo Baldi

Per quanto riguarda lo spollo ai turdidi e ai colombacci, che in ottobre e nei primi 15 giorni di novembre potremo effettuare anche su un affilo di passo sia all'interno che sul mare o proprio su una bocchetta, è assolutamente determinante occupare il posto migliore, cioè quello dove in base alle condizioni meteo presenti sappiamo per certo transiti il maggior numero di uccelli. In questo caso, il fattore decisivo è quasi sempre rappresentato dal vento, che gli uccelli affrontano sempre frontalmente, seguito a ruota, a stagione inoltrata, dalla localizzazione delle pasture migliori rispetto al luogo di appollo.

La nebbia può essere un prezioso alleato per il cacciatore, a patto che non sia troppo fitta
La nebbia può essere un prezioso alleato per il cacciatore, a patto che non sia troppo fitta - © Lorenzo Baldi

Nebbia e pioggia, invece, sono fattori critici. Quindi scegliere bene il luogo dove ci apposteremo per lo spollo è assolutamente determinante: per farlo dovremo valutare con grande attenzione, sfruttando anche esperienze passate, l'influenza dei fattori già menzionati. Sapendo di dover sparare di imbracciatura, in condizioni di scarsa luminosità a uccelli comunque sempre abbastanza vicini e veloci, è anche d'obbligo cercare di sfruttare a nostro vantaggio i risultati raggiunti dalla tecnologia applicata alla caccia, utilizzando quindi un fucile con canne non troppo lunghe, poco o per nulla strozzate, a cui abbinare cartucce dispersanti a piombo 11-12 per la prima canna e senza contenitore o bior a piombo 10-11 che poi potremo sostituire per i colombacci con munizioni più potenti.

La conoscenza alla base del successo

Se per lo spollo su un affilo o una bocchetta le "parate" buone sono ormai quelle da tempo immemorabile, a stagione inoltrata e con uccelli ormai "accasati", come si dice dalle mie parti, occorre porre più attenzione alla scelta di dove posizionarci. In questo, oltre alla nostra memoria storica, possono venirci in aiuto un paio di uscite di scouting o semplicemente di osservazione, che a volte ci fanno notare come le storiche traiettorie di uscita degli uccelli verso le pasture possono essere cambiate in seguito ad alterazioni sostanziali della morfologia del territorio (tagli di bosco, di singole grosse piante, costruzione di linee elettriche, di pale eoliche e altro).

Per sperare di dare qualche buona fucilata a germani e alzavole occorre conoscere molto bene sia il territorio che le abitudini dei selvatici
Per sperare di dare qualche buona fucilata a germani e alzavole occorre conoscere molto bene sia il territorio che le abitudini dei selvatici - © Lorenzo Baldi

Per quanto riguarda invece la caccia agli anatidi, in genere germani reali e alzavole, per avere successo è importante conoscere bene le abitudini di questi uccelli, che normalmente di giorno se ne stanno all'interno di aree interdette alla caccia per poi uscire al tramonto per andare sulle pasture, da cui poco prima dell'alba ripartono per compiere il tragitto inverso. I momenti migliori per tentare di intercettarli lungo questi tragitti è quello immediatamente successivo a forti precipitazioni che hanno allagato le aree palustri togliendo, di fatto agli uccelli la possibilità di cibarsi in loco. Questa situazione è davvero ottima e ben lo sanno i cacciatori che sono soliti frequentare aree palustri interne come il Padule di Fucecchio in Toscana. In questo caso, le scelte sono due: o si conosce dove vanno in pastura gli anatidi e ci si apposta ben prima dell'alba nelle immediate vicinanze, oppure si prova, acqua permettendo, ad avvicinarsi il più possibile e con la massima circospezione ai luoghi di ricovero diurno, quasi sempre riserve, aree di divieto di caccia o aree protette.

Quando i campi sono allagati dopo forti piogge, si possono trovare beccaccini e rallidi, con la sorpresa determinata da un germano, un'alzavola o una minilepre che schizza sull'argine
Quando i campi sono allagati dopo forti piogge, si possono trovare beccaccini e rallidi, con la sorpresa determinata da un germano, un'alzavola o una minilepre che schizza sull'argine - © Lorenzo Baldi

Importante, come già detto, arrivare ben prima dell'alba avendo molta cura a non far rumore e soprattutto a non utilizzare fonti luminose che potrebbero mettere in allarme germani e alzavole forzandoli ad un involo anticipato che spesso, a causa della scarsa visibilità, non ci concederebbe nemmeno il tiro, ma solo il classico rumore del battito delle ali...

Uno spollo mattutino di mezz'ora ha regalato a Fabrizio 4 bottacci
Uno spollo mattutino di mezz'ora ha regalato a Fabrizio 4 bottacci - © Lorenzo Baldi

Orari e condizioni meteo

Nebbia, forte vento e pioggia sono in questo caso preziosi alleati dei cacciatori, mettendo in confusione gli uccelli, trattenendoli più del dovuto in pastura e poi costringendoli a volare molto bassi seguendo alberete, filari di piante o anche prendendo a riferimento grandi esemplari isolati per tornare nel luogo di dimora, aumentando di molto tempo le possibilità di realizzare tiri a distanze medie. In questi ambienti è d'obbligo l'impiego di cartucce no toxic e quindi di fucili bancati con il giglio adatti all'impiego di questo tipo di cartucce. Anche in questo caso è meglio impiegare fucili con canne poco strozzate in modo da ottimizzare il tiro a breve e media distanza anche utilizzando cartucce no toxic, tutte dotate di contenitore in plastica.

A volte anche piccole piante possono essere ricche di succulente bacche cui non sanno resistere sasselli e cesene
A volte anche piccole piante possono essere ricche di succulente bacche cui non sanno resistere sasselli e cesene - © Lorenzo Baldi

Tanto per fare un esempio, nella mia Toscana durante il periodo del passo autunnale lo spirare di venti provenienti dai quadranti meridionali favorisce il transito dei contingenti migratori dai valichi appenninici. I venti dai quadranti settentrionali, invece, indirizzano le linee di passo lungo la costa tirrenica.

Il tramonto

La parola tramonto non può che evocare in ogni migratorista con qualche licenza sulle spalle l'emozione del rientro serale alla piccola migratoria, una delle forme di caccia più praticate per tanti anni dai cacciatori dell'Italia centrale e meridionale. Un tempo si poteva sparare anche ai fringuelli e i rientri iniziavano proprio con quelli per finire, al tramonto, con tordi e merli, gli ultimi a raggiungere il luogo di appollo serale. Per prendere le poste migliori si arrivava addirittura prima di mezzogiorno e, nelle giornate, con le giuste caratteristiche si riusciva a sparare tanti colpi.

Al rientro dei colombacci occorre sempre stare molto attenti perchè in caso di vento gli uccelli arrivano bassi e saettanti tra gli alberi
Al rientro dei colombacci occorre sempre stare molto attenti perchè in caso di vento gli uccelli arrivano bassi e saettanti tra gli alberi - © Lorenzo Baldi

Tolti i fringuelli dal calendario, la passione per questa forma di caccia si è un po' affievolita e oggi non sono moltissimi i cacciatori che vi si dedicano con una certa assiduità: qualche rientro lo facciamo tutti, ma ai primi insuccessi dettati dalla scarsa presenza di uccelli raffermi, che spesso rientrano dopo il termine legale della giornata, si decide di lasciar perdere. Un vero peccato, perché invece, e lo dico per esperienza diretta ormai verificata nelle ultime stagioni di caccia, se localizziamo un posto con un po' di uccelli e capiamo la direzione del rientro rispetto ai venti e alla posizione delle pasture, scegliendo giornate con precise caratteristiche è possibile ancora oggi realizzare qualche bel carniere.

Orari e condizioni meteo

Le situazioni ottimali possono essere due; la migliore è quella con brutto tempo, molto nuvoloso senza pioggia e con vento sostenuto, caratteristiche che accorciano le ore di luce facendo addirittura coincidere l'orario di chiusura della giornata venatoria con l'arrivo delle tenebre, con il vento che riesce a tenere molto basse le linee di volo degli uccelli che rientrano all'appollo. La seconda, invece, è quella di una giornata molto fredda, limpida e caratterizzata da fortissimi venti da nord: in questo caso, il vantaggio non è nell'orario ma è solo determinato dal forte vento che letteralmente schiaccia le linee di volo di tordi e merli verso terra.

Al rientro serale occorre cercare di celarsi agli occhi dei selvatici, magari aiutandosi con qualche canna dolce presente in loco
Al rientro serale occorre cercare di celarsi agli occhi dei selvatici, magari aiutandosi con qualche canna dolce presente in loco - © Lorenzo Baldi

Al rientro si spara con fucili dotati di canne medie e strozzatori, da variare opportunamente a seconda delle situazioni. In queste situazioni, da anni impiego fucili basculanti sovrapposti in calibro 20 e 28 che offrono il vantaggio di due diverse strozzature e di poter contare su cartucce con caratteristiche diverse. Con armi bigrillo o dotate di selettore di sparo si può anche decidere quale canna far sparare per prima, con il vantaggio, per esempio in caso di uccelli al limite del tiro, di non sparare inutilmente la dispersante caricata nella prima canna cilindrica. Naturalmente, oltre ai turdidi si può praticare anche la caccia al rientro al colombaccio che quasi sempre rende molto in presenza proprio di forti venti, mentre l'attuale legislazione venatoria che fissa il termine dell'orario di caccia pomeridiano ben prima del tramonto preclude di fatto la possibilità di caccia serale alle anatre.

Durante la giornata

Tra alba e tramonto c'è poi tutta una giornata che possiamo passare in vari modi, sempre a seconda di tanti fattori. Il primo e il più importante è la presenza di pasture mature e abbondanti, che inevitabilmente attireranno i selvatici. Per quanto riguarda i colombacci, nel corso dello scorrere della stagione saranno la disponibilità e la maturazione di fave, girasoli, mais, frutti del faggio, ghiande di quercia e poi di leccio, semi di grano e, per ultime, le colorate bacche di edera a dettare i tempi degli appassionati, che dotati di richiami vivi o meccanici o al traccheggio si apposteranno vicino a queste per tentare qualche buon tiro all'uccello blu.

Una pianta carica di pastura ai margini del bosco
Una pianta carica di pastura ai margini del bosco - © Lorenzo Baldi

Per quanto riguarda i turdidi, invece, le migliori pasture sono rappresentate dall'uva, dalle olive e dalle tantissime bacche presenti nel bosco o nelle siepi a margine. Anche in questo caso potremo appostarci nelle vicinanze di queste e decidere di sparare a volo o a fermo. Molto redditizia è anche la caccia alle pasture in bosco, attività che presume una conoscenza del territorio perfetta. Si tratta di spostarsi nel bosco alla ricerca di piante ricche di pastura (sorbi, agrifogli, bacche di edera, prugnoli, corbezzoli) e di appostarsi perfettamente nascosti agli occhi dei selvatici in attesa dell'arrivo degli uccelli per mangiare. Per questa caccia sono perfetti i fucili basculanti dotati di canne con strozzature diverse in modo da poter scegliere, tramite i due grilletti o il selettore, quale canna sparare per prima. Una volta sparato, si raccolgono le prede (a volte, specie con sasselli e cesene, con una fucilata si possono abbattere anche più uccelli) e ci si incammina verso la pastura successiva, proseguendo la giornata seguendo questo iter.

Le sorprese della "scaccia"

Alternativa molto interessante è anche la classica "scaccia" di boschetti e siepi, praticabile con successo se siamo tre cacciatori. Questa forma di prelievo venatorio, spesso denigrata e classificata per cacciatori "bruciasiepi", è invece, se praticata correttamente e nel rispetto delle leggi e dei colleghi, una vera e propria arte. Per avere successo occorre conoscere alla perfezione il territorio e le abitudini dei selvatici, essere in grado di prendere al volo decisioni importanti ed essere anche buoni tiratori. Naturalmente è indispensabile avere almeno un cane, che oltre a recuperare gli uccelli caduti aiuterà il battitore nelle operazioni di scaccia di siepi e boschetti.

Praticando la scaccia a tordi e merli può anche capitare che il cane involi un fagiano, in questo caso abbattuto e ritrovato dal cocker Macchia
Praticando la scaccia a tordi e merli può anche capitare che il cane involi un fagiano, in questo caso abbattuto e ritrovato dal cocker Macchia - © Lorenzo Baldi

L'azione tipica vede due battitori percorrere i lati di una siepe che divide due campi spingendo con l'aiuto del cane i selvatici a spostarsi verso la fine di questa senza farli strappare verso destra o sinistra. In fondo alla siepe è appostato un cacciatore demandato a sparare. Quando è possibile si preferisce far scacciare un solo battitore e il cane e posizionare due tiratori. Oltre a tordi e merli, si possono anche involare fagiani, starne, pernici, colombacci e beccacce, oppure alzare dal covo una bella lepre o da un canneto un germano o un'alzavola, rendendo questa forma di caccia sempre imprevedibile.

Articolo concesso da Diana & Wilde / Edizioni Lucibello, maggio 2024

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