Siccome l'ambiente è una risorsa di cui tutti devono poter godere e che purtroppo non è possibile affidarsi solo alla coscienza civica, al rispetto e al buonsenso dei singoli, esistono leggi e norme con lo scopo di regolamentarne la fruizione
Siccome l'ambiente è una risorsa di cui tutti devono poter godere e che purtroppo non è possibile affidarsi solo alla coscienza civica, al rispetto e al buonsenso dei singoli, esistono leggi e norme con lo scopo di regolamentarne la fruizione - © Matteo Brogi
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di Matteo Brogi

Il bosco è di tutti

La frattura che divide i cacciatori da molti altri appassionati dell'ambiente può essere ricomposta ispirandosi a basilari norme di buonsenso e alle leggi che regolamentano la fruizione degli spazi naturali

In Toscana ha fatto notizia un episodio che ha coinvolto un motociclista che transitava illegalmente nella Foresta di Sant'Antonio, in Provincia di Firenze, e portato al ferimento di un operatore che presidiava la zona per far rispettare il divieto di circolazione. Dalle informazioni che sono riuscito a raccogliere, il motociclista - che viaggiava senza targa - per evitare l'identificazione avrebbe deliberatamente investito l'addetto al controllo, dileguandosi. Quest'ultimo avrebbe riportato una frattura e sarebbe finito in ipotermia a causa dei lunghi tempi necessari al suo recupero. L'evento ha causato sconcerto da parte di quei motociclisti che - con moto da cross, enduro o trial - percorrono i sentieri di tutta Italia nel rispetto della legge.

Mal comune non è mezzo gaudio

Il fatto che alla gogna, stavolta, non ci siamo noi cacciatori non deve rallegrarci perché è sintomo di un fraintendimento che coinvolge troppe categorie di persone. Quello per cui, una volta che siamo nel bosco, ce ne sentiamo proprietari. E così i cacciatori hanno in odio i motociclisti, cordialmente ricambiati, ed entrambe le categorie denigrano i ciclisti in mountain bike. In questo gioco del tutti contro tutti non si risparmiano neppure fungaioli, tartufai, trekker, insomma chiunque percorra il bosco per dare sfogo al proprio desiderio di natura. Una guerra in cui non vince nessuno ma perdiamo tutti.

Unanimi le manifestazioni di condanna dell'episodio nel Valdarno fiorentino da parte delle varie associazioni motociclistiche. Non poteva essere altrimenti. Ma c'è chi fa anche di più, come il CER Lombardia - Escursionisti lombardi su ruote, che ha redatto un documento con le 16 Regole del buon escursionista su ruote nel quale invita (punto 13) a evitare "di disturbare lo svolgimento di altri sport. Caccia (sic), pesca, gare podistiche, ecc. hanno lo stesso nostro diritto di esistere in reciproca convivenza". "Rispettare per essere rispettati", sottolinea inoltre l'associazione, un principio che non si può non condividere.

In considerazione del fatto che l'ambiente è una risorsa di cui tutti devono poter godere e che purtroppo non è possibile affidarsi solo alla coscienza civica dei singoli, al rispetto e al buonsenso, esistono leggi e norme con lo scopo di regolamentarne la fruizione. E vale il principio secondo cui nessuno può arrogarsi il diritto all'uso esclusivo.

I cacciatori e l'ambiente

Come cacciatori ne siamo consapevoli e, infatti, alla comunità restituiamo molto: sia in termini di gestione della fauna selvatica - con la caccia di selezione e gli interventi di controllo - sia di miglioramenti ambientali, dalla tenuta dei sentieri in stato di abbandono alla raccolta dei rifiuti eccetera. Anche i motociclisti - quelli seri che rispettano gli altri e le raccomandazioni di Federazione Motociclistica Italiana e Moto Club - si danno da fare con opere di ripristino del contesto naturale.

Credo con convinzione che ogni categoria che fruisce del bosco debba restituire qualcosa alla comunità per l'uso che ne fa. A noi cacciatori - cui la gestione della fauna impone di spostare la passione dal campo ludico-sportivo a uno decisamente più responsabile - è richiesto di fare più che ad altri; d'altronde siamo la categoria più numerosa e che impatta maggiormente sul contesto ambientale.

È lecito sperare che l'irresponsabile che ha gettato discredito su tutta la categoria in Valdarno venga identificato e perseguito - una volta appurata la dinamica dei fatti - per i reati che dovessero essergli contestati. Ma per poter puntare il dito dobbiamo fare un esame di coscienza, essere certi che al nostro interno non vengano tollerate situazioni di illegalità. Chi mette deliberatamente in atto condotte illegali - in moto o con un fucile in mano - danneggia tutti, anche e soprattutto coloro che si attengono al rispetto delle regole. Non dimentichiamoci, quindi, di cacciare con responsabilità e rispetto per gli altri in tutti i contesti naturali che ci capita di frequentare. Ne guadagneremo tutti.

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