
di Matteo Brogi
Pulsar Telos LRF XL50: al top dell’osservazione termica - TEST
Telos LRF XL50 è la termocamera da osservazione che si pone al top della produzione Pulsar. Nonostante la completezza delle dotazioni, la semplicità d’uso è encomiabile
Pulsar è uno dei più rinomati e conosciuti produttori di dispositivi termici attualmente presenti sul mercato. Parte di Yukon Advanced Optics, una multinazionale con sede a Vilnius (Estonia), l’azienda ha un catalogo di strumenti termici molto esteso che include cannocchiali da puntamento (Talion e Thermion 2), clip-on (Kripton 2), binocoli (Merger) e monoculari (Telos, Axion Compact, Krypton 2 e Axion 2). In quest’ultima categoria merceologica, la serie Telos rappresenta il top di gamma; grazie alla disponibilità dell’importatore Adinolfi, ho provato l’allestimento più prestante Telos LRF XL50.
Quattro linee di prodotto per soddisfare molteplici esigenze
Grazie a un’ampia varietà di modelli disponibili, Telos si colloca al vertice della produzione e incorpora lo stato dell’arte della tecnologia sviluppata da Pulsar. È declinato nelle varianti XQ (con sensore 384x288 pixel e pitch di 12 micron), XG (sensore 640x480 con pitch di 12 micron), XP (640x480 e pitch di 17 micron) e, appunto, XL (equipaggiato di un ampio sensore da 1.024x768 pixel e pitch di 12 micron) che, oltre per dimensioni e prestazioni del sensore, differiscono per l’ottica montata e la presenza o meno del telemetro laser. Caratteristica della gamma Telos, inoltre, è la possibilità di aggiornamento del firmware e, soprattutto, la possibilità di upgrade di sensore, obiettivo e telemetro. Una caratteristica assente nel modello in prova in quanto, semplicemente… già incorpora tutto il meglio della proposta Pulsar.
Il monocolo da osservazione Pulsar Telos LRF XL50 presenta telaio in polimero gommato certificato IPX7 e numerose caratteristiche che ne esaltano l’ergonomia. Dispone di obiettivo ultra-luminoso da 50 mm con un indice d’ingrandimento ottico pari a 2,5x. L’interpolazione del software permette – mediante lo zoom digitale 8x – di arrivare fino a 20 ingrandimenti.
Lo scafo è perfettamente ambidestro, con i comandi posizionati nell’area centrale e la comoda accessibilità alle ghiere che permettono di variare il rapporto d’ingrandimento e la messa a fuoco. Anche la conchiglia dell’oculare, ruotando di 180°, concorre a facilitare l’osservazione a destrimani e mancini.
Il sensore… sensibile
L’hardware del Telos LRF XL50 è di prim’ordine, con un sensore da 1.024x768 pixel che a oggi rappresenta il vertice della produzione commerciale civile. La contenuta dimensione dei pixel fa sì che la definizione e l’incisione siano molto elevate, permettendo di rilevare corpi caldi fino alla considerevole distanza di 2.300 metri.
Per il sensore, Pulsar dichiara una sensibilità termica NETD (noise equivalent temperature difference) inferiore a 40 mK mentre, a livello di sistema (sNETD), questo dato scende sotto ai 20 mK. Per meglio comprendere questi valori è opportuno sapere che la NETD misura la più piccola differenza di temperatura della scena inquadrata; le termocamere con un valore NETD basso rilevano scarti minori e forniscono immagini a risoluzione più elevata e con maggiore precisione.
La NETD, però, è una misura che non tiene conto di fattori aggiuntivi di miglioramento come gli algoritmi (software) di elaborazione delle immagini, per cui Pulsar ha sviluppato un indiscutibile know how. È per questo motivo che, oggi, l'azienda lituana fornisce anche il valore di sistema (sNETD - system noise equivalent temperature difference), rielaborato in base ai miglioramenti che intervengono a valle dell’acquisizione dell’immagine: decisamente superiore, in termini prestazionali, di quanto può restituire il sensore.
L’immagine, così migliorata, viene restituita all’osservatore mediante un display Amoled ad alta definizione. La peculiare architettura del sistema fornisce una pupilla d’uscita di 4 mm in abbinamento a un’estrazione pupillare di 14 mm. La minima distanza di messa a fuoco è pari a cinque metri.
Per incrementare l’incisione dell’immagine è possibile scegliere fra tre livelli di incremento del contrasto (normal, high, ultra), particolarmente utili in condizioni di visibilità complesse. L’identificazione della sorgente termica è facilitata dalla presenza di otto tavolozze di colori, una scelta quanto mai ampia e in grado di soddisfare la maggior parte delle preferenze individuali. Non mancano le funzionalità foto e video, che permettono di salvare file nei formati jpg e mpg4 nella memoria interna da 64 Gb; la funzionalità video è inoltre sostenuta dalla possibilità di registrazione audio.
I vantaggi della telemetria
La sigla LRF che accompagna il prodotto in prova evidenzia la presenza di un telemetro laser con una portata di 1.000 metri e un margine d’errore di un metro, insignificante a qualsiasi distanza rilevata.
L’alimentazione del sistema è offerta da un pacco-batteria LPS 7i agli ioni di litio da 6.400 mAh, sostituibile e ricaricabile, soluzione che si presta all’impiego di accumulatori addizionali per estendere l’autonomia dello strumento (pari, comunque, a sette ore nelle comuni condizioni di esercizio). Da segnalare – e vale un doppio bonus – che la batteria può essere ricaricata in modalità senza fili o mediante il collegamento diretto di un cavo Usb-C. Non sono quindi necessari supporti particolari che hanno il vizio di essere frequentemente dimenticati a casa. La porta Usb-C collocata in prossimità dell’oculare e protetta da uno sportellino in gomma permette la ricarica da fonte esterna (il classico power bank) e di accedere al dispositivo per scaricare fotografie e video in esso salvati.
La connettività wi-fi – di cui il monoculare termico da osservazione Pulsar Telos LRF XL50 è dotato – permette l’abbinamento a un dispositivo smart e, mediante l’applicazione Stream Vision 2, la regolazione fine dello strumento (tra cui l'aggiornamento del firmware), la gestione delle immagini e il loro eventuale salvataggio nel cloud gestito dal produttore.
Osservazioni notturne e diurne
La recensione di uno strumento quale il Telos LRF XL50 è necessariamente riduttiva, in quanto le funzionalità che fornisce sono numerosissime. La mia prova è durata oltre un mese e si è prolungata anche nel periodo del censimento dei caprioli sul primo verde.
Ebbene, sia in condizione notturna che diurna mi ha permesso di “illuminare la notte” o di ampliare in maniera significativa i miei sensi in condizioni di osservazione diurne non ottimali (qui si potrebbe aprire un discorso sulla deontologia del cacciatore moderno; non è la sede per farlo ma scriverò prossimamente su Hunting Log il mio pensiero su questo argomento). Di questo Telos, oltre all’indiscutibile qualità del sensore, ho apprezzato leggerezza ed ergonomia, doti che ne fanno uno strumento desiderabile, in cui il prezzo è coerente con le prestazioni che restituisce.
Se sei interessato alla caccia sostenibile e alla conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica, segui la pagina Facebook e l'account Instagram di Hunting Log, la rivista del cacciatore responsabile.