In nuovo dispositivo del ministero della salute vieta l'utilizzo dei richiami vivi in determinati contesti
In nuovo dispositivo del ministero della salute vieta l'utilizzo dei richiami vivi in determinati contesti - © Virginia State Parks
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di Redazione

Aviaria, nuova normativa e divieto di utilizzo di richiami vivi

Il Ministero della Salute ha emanato un nuovo dispositivo che tra le altre cose sancisce il divieto di utilizzo dei richiami in alcuni territori

Sul territorio europeo continuano a essere confermati focolai di HPAI, influenza aviaria, negli uccelli selvatici. Sono stati inoltre segnalati casi anche nei carnivori e in alcuni allevamenti di pollame. Per questo motivo resta alta la guardia verso la malattia e il dicastero preposto ha emesso un nuovo dispositivo dirigenziale che fissa le norme in materia di prevenzione, controllo e sorveglianza della malattia.

Per quanto riguarda le ripercussioni sull'attività venatoria, l'art. 2 detta alcune prescrizioni per l'immissione e la movimentazione di selvaggina da penna, in particolare nelle zone B di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Anche per l'aviaria, infatti, la regolamentazione delle attività deve fare i conti con una suddivisione del territorio a seconda del livello di rischio.

Se le prescrizioni contenute nell'art. 2 sono abbastanza simili al passato, in materia di richiami vivi l'art. 8 introduce prescrizioni fortemente penalizzanti per gli appassionati di caccia alla migratoria. Nelle zone A e B viene infatti vietato l'utilizzo dei richiami vivi appartenenti agli ordini degli Anseriformi e dei Caradriformi negli cacce da appostamento. Se per gli appostamenti temporanei il divieto è categorico, per quanto riguarda quelli fissi l'utilizzo di tali richiami può essere consentito a condizione che gli stessi appostamenti siano stati scelti per collaborare alle attività di sorveglianza per la ricerca del virus condotte dall'autorità sanitaria. In pratica per molti degli appassionati di questa forma di caccia la stagione è ormai compromessa.

Regione Lombardia, consapevole che nel proprio territorio la caccia da appostamento fisso è fortemente praticata, ha però deciso di "limare" il provvedimento. Dal momento che in Lombardia l'attività di sorveglianza avviene per mezzo della collaborazione con i cacciatori in postazioni rappresentative individuate sulla base di una valutazione del rischio di introduzione e diffusione della malattia, ha stabilito che le nuove prescrizioni introdotte dal Ministero siano da ritenersi già soddisfatte e che quindi il divieto riguardi solo gli appostamenti temporanei salvando così la stagione ai tanti appassionati che praticano la caccia nella forma esclusiva dell'appostamento fisso.

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