La malattia è diffusa tipicamente nelle popolazioni di cervidi presenti negli Stati Uniti e nel Canada occidentale
La malattia è diffusa tipicamente nelle popolazioni di cervidi presenti negli Stati Uniti e nel Canada occidentale - ©ForestWander
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di Redazione

Dopo aviaria e Psa arriva in Italia la malattia emorragica del cervo

Con comunicazione del 9 novembre, il Ministero della Salute ha reso noto che sono stati riscontrati per la prima volta in Italia e in Europa casi di malattia emorragica epizootica (EHD) in alcuni bovini provenienti da diversi allevamenti del sud della Sardegna. Fino a ieri la malattia non era mai stata segnalata in Europa, anche se era stata riportata in alcuni paesi nordafricani che si affacciano sul bacino del Mediterraneo come Marocco, Algeria, Tunisia, Israele e Turchia.

Diffusa tipicamente nelle popolazioni di cervidi presenti negli Stati Uniti e nel Canada occidentale, la malattia, alla quale sono sensibili anche diversi altri ruminanti, seppur non costituisca un pericolo per l'uomo, potrebbe avere un considerevole impatto sugli allevamenti di bovini. L'agente patogeno, un virus del genere Orbivirus, viene trasmesso mediante la puntura di moscerini (Culicoides) e gli animali infetti presentano una sintomatologia simile a quella della blue tongue. I sintomi tipici della malattia sono improvvisa febbre alta, apatia e inappetenza. Gli animali possono presentare inoltre diarrea emorragica. Nei cervi dalla coda bianca la malattia ha spesso esito mortale (fino al 90% dei casi).

Il Ministero della Salute, in attesa di elaborare un quadro epidemiologico più chiaro, ha deciso di bloccare temporaneamente ogni movimentazione di ruminanti sia all'interno del territorio isolano che verso il continente. Consentita, in deroga, la sola movimentazione per la macellazione all'interno del territorio regionale. Un duro colpo per una Regione la cui economia vede l'allevamento giocare un ruolo importante.

Pare quindi che, dopo influenza aviaria e peste suina africana, il mondo venatorio sia destinato a fare i conti anche con una nuova minaccia epidemiologica che vede nella fauna selvatica oggetto di prelievo, questa volta nei cervidi, il serbatoio di una malattia in grado di causare ingenti cali di produzione in un settore - come quello dell'allevamento - già messo a dura prova dalla congiuntura economica contemporanea.

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