Per la starna non sussisterebbero i presupposti per il prelievo
Per la starna non sussisterebbero i presupposti per il prelievo - © Frank Vassen
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di Redazione

Lombardia, prossima stagione senza starna e minilepre?

Ispra ha restituito il parere sulla proposta di calendario venatorio della Lombardia

Al peggio non c'è mai fine. Deve essere più o meno questo quello che staranno pensando i cacciatori lombardi che hanno avuto modo di leggere il parere sulla proposta di calendario venatorio regionale per la stagione 2024/25 redatto da Ispra. Sicuramente nessuno di loro si aspettava un parere tutto rose e fiori, eppure quest'anno l'Istituto scientifico (?) pare essersi superato andando ben oltre quanto sentenziato negli ultimi anni.

Sia chiaro, chi scrive non può certamente essere annoverato tra i detrattori tout court di Ispra, eppure leggendo il parere redatto dai tecnici di Ozzano non può che avere perplessità sulla terzietà e sugli obiettivi del documento. Gli ultimi anni sono stati, almeno per i cacciatori lombardi, un calvario nel quale, anno dopo anno, l'Istituto ha sempre più alzato l'asticella.

Nel parere di quest'anno, dopo le premesse di rito, sotto la voce "Specie cacciabili" Ispra cita Minilepre e Starna affermando che nella prossima stagione queste due specie non dovrebbero essere oggetto di prelievo venatorio. Secondo l'istituto il lagomorfo sarebbe «un taxon alloctono per il territorio nazionale e, per tale motivo, non vi sono i presupposti per un suo inserimento nell'elenco delle specie cacciabili nel corso della stagione 2024/25» e il suo contenimento in Lombardia dovrebbe quindi essere perseguito esclusivamente mediante controllo. Per la starna, invece, mancando popolazioni naturali in grado di mantenersi nel tempo in assenza di ripopolamenti, non ci sarebbero i presupposti affinché questa specie possa essere cacciata.

Oltre a questa grama novità, per quanto riguarda la caccia alla piccola selvaggina, il parere ripercorre sostanzialmente quanto asserito in merito alle scorse stagioni. Apertura posticipata a ottobre fatta eccezione per corvidi e colombaccio, prelievo della stanziale, almeno quella che resta, fino al 30 novembre, chiusura degli anatidi nella prima decade del mese di gennaio, riduzione carnieri vari e, per la gioia dei capannisti, limitazioni al prelievo di turdidi e allodola.

Anche in merito a tipica alpina e cinghiale il parere suscita non poche perplessità. Soprattutto se consideriamo che la Lombardia è a oggi una delle regioni con le linee guida per la gestione dei galliformi alpini più stingenti, con tanto di approvazione Ispra, e che il prelievo del cinghiale in selezione viene subordinato alla richiesta di parere nonostante sia ricondotto all'interno del Piano Regionale di Interventi Urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della PSA nella specie cinghiale (PRIU) già avallato dai tecnici di Ozzano.

Occorrerà ora vedere quale sarà l'approccio scelto dalla Regione nella redazione del calendario definitivo - almeno nel sottoscritto alberga la speranza che non ci si adegui a quanto "proposto" da Ispra - e poi attendere la discussione degli immancabili ricorsi.
Con sei mesi d'anticipo, a pensare alla prossima stagione viene già il mal di pancia.

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