di Redazione
Lombardia, riscontrati i primi casi di influenza aviaria
Sono risultati positivi al virus dell'influenza aviaria alcuni campioni prelevati da anatidi cacciati nelle provincie di Brescia e Mantova. Il rapido tracciamento del patogeno è stato reso possibile grazie all'attività di sorveglianza attiva che vede proprio l'attività venatoria come tassello fondamentale di un sistema di early detection nei confronti dell'influenza aviaria.
A seguito dei casi riscontrati, tra gli altri provvedimenti adottati, Regione Lombardia ha disposto, nelle aree A e B individuate dalla normativa, il divieto di utilizzo di richiami vivi negli appostamenti temporanei (che prevedono per loro natura la frequente movimentazioni degli animali), ma non ha vietato quello negli appostamenti fissi. Questo perché sono proprio gli abbattimenti effettuati dai cacciatori in questi ultimi ad essere stati riconosciuti come il metodo migliore per ottenere un tempestivo riscontro della presenza del virus.
Il protocollo messo a punto è un ulteriore esempio di come la caccia non sia solo un'attività ludico ricreativa, ma di come possa svolgere un ruolo di pubblica utilità, oltre che sotto quello della gestione faunistica, anche sotto il profilo del monitoraggio sanitario.
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