I giudici hanno imposto, con decorrenza immediata, l’istituzione del divieto di caccia nel raggio di 1km da 475 valichi
I giudici hanno imposto, con decorrenza immediata, l’istituzione del divieto di caccia nel raggio di 1km da 475 valichi - © Hangsna
Pubblicato il in Attualità
di Redazione

Catastrofe in Lombardia, il Tar chiude la caccia in 475 valichi

Nella giornata di ieri il Tar della Lombardia ha emesso una sentenza che pesa come un macigno sul futuro della caccia lombarda e non solo

Che sarebbe stato un passaggio delicato era noto, ma sinceramente non ci si aspettava una simile catastrofe. Ieri il Tar della Lombardia, chiamato a giudicare sull’annosa questione dei valichi, ha emesso quella che risulta essere la peggior sentenza possibile per i cacciatori lombardi e che, se il Governo non dovesse porre rimedio e venisse presa a esempio da altri Tribunali amministrativi, rischia conseguenze catastrofiche per tutta la caccia italiana.

I giudici hanno infatti imposto la chiusura della caccia nel raggio di un km da ben 475 valichi montani con conseguenze impressionanti in termini pratici. Alcuni comprensori alpini risultano di fatto spazzati via, altri decimati e nei territori interessati, alcuni posti anche in Atc e non solo in zona Alpi, la caccia, specie quella alla migratoria da appostamento fisso, risulta pesantemente compromessa e in alcuni casi impossibile.

Uno tsunami sulla Lombardia che con i suoi 50mila cacciatori rappresenta la seconda realtà venatoria italiana e che ora attraverserà la peggior crisi della sua storia, in particolar modo se pensiamo alle cacce tradizionali all’avifauna migratoria baluardo del mondo venatorio lombardo.

Ma andiamo con ordine e vediamo per sommi capi cosa è successo.

Da anni in Lombardia è in corso una intensa battaglia legale sull’individuazione dei valichi da sottoporre alla tutela prevista dall’art. 21 della 157, ovvero il divieto di caccia entro i mille metri da quelli interessati dalle rotte di migrazione dell’avifauna a tutela di quest'ultima. Dopo una serie di ricorsi, nel febbraio dello scorso anno, con sentenza non definitiva il Tar aveva sottoposto a divieto ben 42 valichi, ben più di quelli individuati da regione Lombardia, e nominato un commissario ad acta, individuato nella figura di Piero Genovesi direttore generale dell’Ispra, per “l’individuazione di tutti i valichi montani interessati dalle rotte migratorie dell’avifauna presenti nel territorio della Regione Lombardia al fine di sottoporli a tutela assoluta”.

Nell’ottobre del 2024 Genovesi, a conclusione dello svolgimento dell’incarico affidatogli, elaborava una relazione nella quale individuava, su un totale di 475, solo 39 valichi da sottoporre a divieto, 19 con decorrenza immediata e 15 da sottoporre a monitoraggio per almeno 24 mesi. Di fronte all’operato del commissario la Lac, che da anni tiene viva la questione con continui ricorsi, ha proposto un reclamo formale che ha spinto il Tar a chiedere al commissario stesso chiarimenti finalizzati a ottenere la puntuale illustrazione delle motivazioni poste alla base della valutazione finale.

Alla luce dei chiarimenti ottenuti i giudici hanno definito il lavoro del commissario, il direttore generale dell’Ispra, come “del tutto inutile, ultroneo e dispendioso” e “non conforme alle prescrizioni contenute nella sentenza” che gli affidava l’incarico. Inoltre, il Tar ha giudicato negativamente la scelta di Genovesi di individuare sul totale solo una parte dei valichi idonei all’applicazione del divieto al fine di permettere, come specificato dallo stesso Genovesi, un’applicazione proporzionale e ragionevole del regime di tutela previsto dalle norme.

Di fatto il lavoro di Genovesi, che ha sì individuato almeno 475 “valichi” interessati dalla presenza di uccelli in migrazione (utilizzando tre diverse fonti di dati, ossia la distribuzione dei dati di inanellamento e ricattura, la distribuzione degli impianti di cattura dell’avifauna e degli appostamenti fissi di caccia e le informazioni disponibili in bibliografia) ma ha poi concluso affermando che non era ragionevole sottoporli tutti a tutela, è stato scartato nelle conclusioni ma non nelle premesse.

Il risultato finale è che con la sentenza di ieri i giudici hanno imposto, con decorrenza immediata, l’istituzione del divieto di caccia nel raggio di 1km da tutti i 475 valichi citati ribadendo che “risulta palese che laddove siano presenti valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell’avifauna è necessario inibirvi, in via assoluta, lo svolgimento di attività venatoria senza che sia possibile procedere a valutazioni di natura proporzionale".

Un approccio catastrofico se pensiamo che l’avifauna stessa nel periodo di migrazione è presene praticamente sulla totalità del territorio del nostro Paese, che è di fatto un'enorme rotta migratoria, e se pensiamo che gli uccelli sorvolano le zone montuose evitando le vette e i picchi. Una catastrofe che si abbatte non solo su "uccellatori e uccellinai", ma su ogni forma di caccia compresa quella agli ungulati.

Se sei interessato alla caccia sostenibile e alla conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica, segui la pagina Facebook e l'account Instagram di Hunting Log, la rivista del cacciatore responsabile.

Altri articoli dalla sezione Attualità

Quali sono i valichi montani interdetti alla caccia
Pubblicato il in Attualità
di Redazione
Quali sono i valichi montani interdetti alla caccia

Il Tar della Lombardia ha sentenziato la chiusura della caccia su ben 475 valichi montani, ecco l'elenco completo >>

Peste suina africana, nuova ordinanza del commissario
Pubblicato il in Attualità
di Redazione
Peste suina africana, nuova ordinanza del commissario

Il commissario Filippini ha provveduto in data odierna a emanare una nuova ordinanza in materia di eradicazione e sorveglianza della peste suina >>

Psa, Emilia-Romagna: annunciati i prossimi passi della lotta al virus
Pubblicato il in Attualità
di Redazione
Psa, Emilia-Romagna: annunciati i prossimi passi della lotta al virus

Il commissario straordinario Giovanni Filippini ha anticipato i prossimi passi della gestione della malattia sul territorio regionale >>

Dati alla mano i cacciatori sono i paladini del territorio
Pubblicato il in Attualità
di Redazione
Dati alla mano i cacciatori sono i paladini del territorio

Fondazione UNA ha presentato i primi risultati dell’avanzamento della quarta edizione di Operazione Paladini del Territorio >>