Fino ad oggi la struttura commissariale si è sempre detta consapevole del potenziale rappresentato dal mondo venatorio
Fino ad oggi la struttura commissariale si è sempre detta consapevole del potenziale rappresentato dal mondo venatorio - © Andrea Dal Pian
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di Redazione

Peste suina, una nota del commissario preoccupa il mondo venatorio

Nella giornata di ieri, dando riscontro a una richiesta chiarimenti pervenuti da Regione Toscana, il commissario alla peste suina africana Giovanni Filippini ha sottoscritto una nota i cui contenuti stanno preoccupando non poco il mondo venatorio toscano e non solo

Nelle scorse settimane, in provincia di Massa Carrara e più precisamente nel territorio del comune di Mulazzo, il mondo venatorio, di concerto con la struttura commissariale e la Regione Toscana, è stato impegnato nel cercare di arginare l’avanzata della peste suina tramite la costruzione e il monitoraggio di una barriera fisica che andasse a raddoppiare quella in fase di realizzazione lungo l’autostrada A15. A fronte dell’impegno profuso dai cacciatori, è stato chiesto che potessero essere applicate le deroghe previste per altri territori relativamente all’impiego della girata come tecnica di depopolamento del cinghiale.

Rispondendo a tale richiesta il commissario Giovanni Filippini, recentemente prorogato nel suo incarico dopo la scadenza dei termini per il rinnovo, non solo ha affermato che, “considerata la situazione epidemiologica”, l’autorizzazione non può essere concessa, ma ha precisato che per quanto riguarda “deroga concessa in materia di residenza degli operatori impiegati nelle attività di depopolamento debba intendersi come concessa a condizione che venga sottoscritta dagli operatori apposita autocertificazione attestante la rinuncia a praticare controllo faunistico e attività venatoria in qualsiasi altra area e verso qualsiasi specie”. Un approccio preoccupante, soprattutto se consideriamo che, proprio in questi giorni, la struttura commissariale è al lavoro per elaborare i contenuti della nuova ordinanza che andrà a dettare le regole a livello nazionale per i prossimi mesi.

Viene da chiedersi come la struttura commissariale, che fino ad ora si è sempre detta consapevole del potenziale rappresentato dal mondo venatorio, possa mettere lo stesso davanti alla scelta tra praticare la propria passione e collaborare alla lotta alla peste suina e chi, se non i cacciatori, potrebbe essere in grado di garantire lo sforzo necessario al depopolamento qualora, come intuibile, la scelta dovesse portarli ad astenersi dal prendere parte alle operazioni di controllo.

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