
di Matteo Brogi
Moderatori di suono: come funzionano
Teoria, tecnica e benefici dei moderatori di suono a caccia
Torno ad affrontare un tema, quello dei moderatori di suono, su cui ho già scritto nel 2022 un articolo dal titolo: Moderatori di suono, tre buoni motivi per autorizzarli a caccia. Malvisti anche da ampia parte della comunità di cacciatori, che temono un’esplosione del bracconaggio, del loro impiego se ne è iniziato a parlare a livello istituzionale prima nel decreto 13 giugno 2023 del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, volto ad adottare un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, poi a marzo 2025 in una mozione della Provincia di Bolzano (approvata all’unanimità) per sollecitare il Parlamento nazionale e il governo italiano “ad attivarsi affinché sia consentito l’uso di silenziatori per l’esercizio della caccia”. Nel primo caso, il dispositivo viene solo menzionato, forse un refuso figlio di un dibattito che non ha partorito alcuna decisione; nel secondo, il “silenziatore” viene definito «un elemento indispensabile della caccia moderna».
C’è poco da interpretare: attualmente i moderatori di suono sono vietati
Voglio ricordare che, allo stato dei fatti, non ci sono dubbi sul fatto che i soppressori di suono siano vietati a partire dal 1939, quando una circolare del Ministero degli Interni ne proibiva espressamente produzione e vendita; la legge 799/1967 “Modifiche al testo unico delle norme per la protezione della selvaggina e per l'esercizio della caccia” all'articolo 4 sui mezzi vietati aggiunge “le armi munite di silenziatore”.
Un divieto più generale è stabilito dall’articolo 2 della legge 110/75, che recita: “salvo che siano destinate alle Forze armate o ai Corpi armati dello Stato, non è consentita la fabbricazione, l’introduzione nel territorio dello Stato e la vendita (…) di ogni dispositivo progettato o adattato per attenuare il rumore causato da uno sparo”. Di nuovo in ambito venatorio, il divieto è ribadito dalle leggi 968/1977 e 157/1992, dove l’articolo 21, di nuovo, vieta di “usare armi da sparo munite di silenziatore”. Infine, la circolare del Ministero dell'Interno del 14 gennaio 1996 conferma che trattasi di “un accessorio inquadrabile - in senso lato - nel materiale di armamento”. Tutto ciò doverosamente premesso, restano vive la speranza che la giurisprudenza evolva in maniera più funzionale alle moderne necessità venatorie.
Il rumore dello sparo
All’esplosione di un colpo avvengono in rapida successione diversi eventi, che producono rumore da tre fonti principali:
- rumore meccanico – il suono prodotto dai componenti interni in movimento del meccanismo dell’arma da fuoco e dell’espulsione del bossolo (nel caso di un’arma semiautomatica);
- onda sonora alla volata – i gas ad alta pressione in espansione che fuoriescono e si espandono dalla volata dopo che il proiettile ha lasciato la canna producono un’onda d’urto che è la principale responsabile del rumore connesso allo sparo. La pressione di quest'onda dipende fondamentalmente dalla pressione dei gas e questa, a sua volta, dalla lunghezza della canna e dal tipo di polvere. Canne corte e polveri progressive hanno come conseguenza alte pressioni di bocca; il contrario avviene con canne lunghe o polveri vivaci;
- boom sonico – il proiettile che viaggia a velocità supersonica produce un’onda d’urto ad alta frequenza che si forma a circa 30-40 centimetri davanti alla volata; si tratta di un suono continuo che si propaga sul terreno, lungo la direzione del proiettile, con la velocità del proiettile stesso. Chi si trova dietro all'arma che spara il proiettile supersonico non può sentire il bang come suono diretto, ma eventualmente come suono riflesso e sempre che non si sommi al rumore dell'onda di bocca.
Il moderatore di suono può ridurre unicamente l’onda sonora generata dall’espansione dei gas in volata ma niente può sulla rumorosità meccanica dell'arma (alla quale si può ovviare impiegando armi a ripetizione manuale) e sull'onda balistica prodotta da un proiettile che superi la velocità del suono (cui si può ovviare utilizzando munizionamento subsonico).
Anatomia del moderatore di suono
Un “silenziatore” è solitamente costituito da un tubo metallico rimovibile (il guscio che fornisce supporto ai componenti interni), realizzato in metallo conduttore. Al suo interno, una serie di camere di espansione creano un percorso per i gas in espansione. Il design e la forma dei diaframmi giocano un ruolo cruciale nell’efficacia del moderatore. Le camere sono separate da deflettori o da membrane. In genere, il moderatore di suono contiene almeno quattro fino a un massimo di quindici camere, a seconda dell’uso previsto e dell’archittura del dispositivo. Alcune armi sono invece dotate di un sistema integrale che circonda tutta la canna.
In entrambi i casi, l’architettura del sistema mira a raffreddare e rallentare i gas mediante un’espansione graduale; i gas, infatti, si mescolano con l'aria contenuta nelle camere di espansione e la comprimono con la conseguente diminuzione della loro pressione e temperatura. Ne consegue un rumore meno secco e percepibile.
Vantaggi secondari
L’impiego del moderatore di suono produce una serie di vantaggi secondari per il cacciatore. In primis, la riduzione del rinculo: sebbene i gas abbiano molta meno massa del proiettile, escono dalla volata a una velocità multipla rispetto al proiettile stesso. Rallentando la velocità e la quantità di gas espulsi, si riduce significativamente la quantità totale di momento (massa × velocità) che lascia la canna; per il principio di conservazione del momento, ciò riduce il rinculo trasferito all’arma. Un calcolo approssimativo quantifica tra gli estremi del 15-30% la riduzione del rinculo percepito.
Un secondo vantaggio è la soppressione della vampa alla volata; la combustione della polvere inesplosa che normalmente brucerebbe all’aria, specie con le canne corte, viene contenuta all’interno del dispositivo.
La dinamica di funzionamento dei soppressori tende a modificare la detonazione in modo che non sia riconoscibile come uno sparo e riduce o elimina l’attenzione diretta verso il tiratore secondo il principio militare che “un silenziatore non rende un soldato silenzioso, ma lo rende invisibile”. Questo avviene anche in natura, dove si riduce il disturbo ambientale, specie per la fauna.
I primi due vantaggi, in particolare, producono un significativo miglioramento della precisione in quanto il cacciatore controlla meglio l’arma, ottenendo rosate più strette e abbattimenti più puliti.
Moderatore di suono: attutisce, non silenzia
Ai fini di una corretta valutazione tecnica, è importante precisare che il moderatore di suono non elimina completamente il rumore dello sparo, come viene spesso rappresentato nei prodotti cinematografici, ma ne riduce l’intensità. L’attenuazione acustica effettiva varia mediamente tra i 20 e i 35 decibel. Ciò si traduce in un livello sonoro residuo di circa 110 dB per armi di piccolo calibro fino a 130 dB per calibri di maggiore potenza. A titolo comparativo, secondo i dati del National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH), 110 dB corrispondono al rumore prodotto da un martello pneumatico, mentre 130 dB equivalgono al livello sonoro percepito in prossimità di un aereo in fase di decollo.
Si tratta, quindi, di valori ben lontani dal concetto di “silenzio”, ma che rientrano in una soglia in cui il rumore dello sparo è meno lesivo per l’apparato uditivo. I moderni soppressori possono dunque essere considerati analoghi, per funzione, ai più avanzati dispositivi di protezione individuale per la riduzione dell’impatto acustico (quali cuffie e tappi auricolari). Non sorprende, quindi, che negli Stati Uniti siano comunemente descritti come “il miglior sistema di protezione uditiva del XXI secolo”.
Ulteriori benefici in termini di contenimento del rumore possono essere ottenuti impiegando munizionamento subsonico, ovvero con velocità inferiore alla soglia del suono (331 m/s a 0 °C; 345 m/s a 20 °C). Tuttavia, tale scelta comporta una drastica riduzione dell’energia cinetica. La seguente tabella fornisce delle indicazioni in riferimento a due proposte Hornady in calibro .300 Blackout:
L’incidenza del crimine
Negli Stati Uniti, l’uso e il possesso dei moderatori di suono per armi da fuoco sono legali in 42 Stati e in 41 di questi ne è autorizzato anche l’impiego nella caccia. Lo rivela l’American Suppressor Association, secondo cui questo ampio campione ha consentito studi accurati sull’impatto dei soppressori di suono in ambito criminale. I risultati smentiscono i timori più diffusi sulla paventata maggior incidenza del crimine là dove i silenziatori siano consentiti.
L’acquisto di un moderatore negli USA è regolamentato: l’acquirente è sottoposto a un approfondito controllo dei precedenti (background check), con una procedura che può richiedere tra gli 8 e i 10 mesi. Solo dopo questo iter viene rilasciata una licenza, il cui costo è di 200 dollari. Resta comunque severa la normativa federale: per ogni crimine commesso con armi munite di soppressore di suono è prevista una pena minima di 30 anni di reclusione. Uno studio condotto tra il 1995 e il 2005 ha registrato appena 153 casi in cui un “silenziatore” è stato utilizzato in attività illecite, e solo in 15 di questi episodi è stato effettivamente usato per compiere un crimine. In termini percentuali, si tratta dello 0,1% degli omicidi e dello 0,1% delle rapine a mano armata registrate nel periodo.
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